Pmi, startup e contraffazione: la soluzione il QR code

[space height =”20″]

Un QR code per aiutare le imprese italiane a non soccombere e opporsi efficacemente alla contraffazione, la proposta di legge che in questi giorni deve essere approvata dal Senato

Da quando gli sviluppatori lo hanno rilasciato, il QR Code, ha sempre fatto interrogare sul possibile utilizzo o applicazione in vasti e disparati settori. Ora a renderlo indispensabile potrebbe essere proprio la proposta di legge sulla già nota tracciabilità dei prodotti Made in Italy, come risposta concreta alla lotta senza tregua contro la contraffazione e sofisticazione.

Lo strumento, studiato e finanziato dal Governo punterebbe ad alleggerire i problemi che sorgerebbero nel sorvegliare e tutelare PMI, reti di imprese e startup mediante una registrazione, o etichettatura, se vogliamo, per certificare la qualità e dunque l’originalità dei prodotti. E’ una soluzione che privilegerebbe la trasparenza dell’informazione per il consumatore (obiettivo ultimo comunque già contemplato nella natura stessa dell’impresa) e servirebbe al contempo per promuovere un’immagine più affidabile nei confronti del mercato globale.

Detto in altri termini, le misure che saranno varate con questa proposta di legge, sorgono per tutelare imprese e consumatore e, contestualmente tutelando la presenza dell’Italia in un ambiente che sempre più spesso viene violato da imitazioni e contraffazioni.

“Disposizioni per l’introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti finalizzato alla tutela del consumatore”, approvata alla Camera nei giorni scorsi, il testo deve essere ancora approvato in Senato.Piccole, micro e medie imprese, nonché distretti produttivi, startup, network, consorsi e reti di imprese potranno ottenere differenti modalità di sostegno economico poiché i fondi stanziati ammontano a circo 20 milioni di euro.  La particolarità funzionale della legge in questione, attraverso la non replicabilità del Codice QR, consentirà un’etichettatura sicura e la sua introduzione sarà finanziata sulla base di CONTRIBUTI ALLE IMPRESE consentendo in questo modo, ai consumatori (potenzialmente di tutto il mondo) con una semplice lettura da uno smartphone di ricevere tutte le informazioni sul prodotto che desidera acquistare, con coscienza ed etica.
In Italia esistono settori di impresa, come quelle artigiane manifatturiere che producono eccellenze in grado di lasciare un segno in tutto il mondo. Ovunque, delle oltre 319.000 imprese in oggetto richiedono il Made in Italy: pelletteria, artigiani del legno, del ferro, calzature et similia e queste riescono a mantenere alto il trend delle esportazioni con notevole successo. Lo ricorda, in sede di discussione della proposta lìOn. Angelo Senaldi e lo confermano i dati forniti da Confartigianato. Infatti, rilevano gli stessi, che dal 2014 al 2015 le PMI italiane hanno esportato beni per un valore di quasi 116 miliardi di euro (pari al 7,1% del PIL, con un aumento del 3,9% rispetto al 2014, Report Ufficio Studi Confartigianato)

Semplificare i controlli, certificare la qualità di prodotti e produzione, non risulta in questo contesto solo un dovere legale ma anche una responsabilità morale nei confronti degli oltre 972.000 addetti ed esperti che operano nel settore, nei confronti dei consumatori che sanno ancora scegliere la qualità e vogliono potersi fidare dell’identità e del valore che il Made in Italy porta con sé. La lotta alla contraffazione, letta in quest’ottica si renderà anche responsabile di impegnare il tessuto imprenditoriale italiano in una ricerca internazionale degli spazi di convivenza e concorrenza, adeguandosi a strumenti benché digitali, in grado di supportare l’azione e la progettazione di micro e piccole aziende in un cambiamento epocale che vira sempre di più verso il singolo individuo piuttosto che i singoli Paesi.

Metterà al riparo finanche il lavoro di chi spesso ha dovuto mettersi da parte dinnanzi al potere e alla tirannia dei prodotti contraffatti e a basso costo. Il consumatore ora acquista con maggiore coscienza e se in un primo momento ha preferito risparmiare, ora sa che lo ha fatto negando il lavoro dignitoso ai nostri connazionali, sa anche che la grande produzione di massa ha spinto imprenditori senza scrupoli a ridurre gli standard di sicurezza e qualità richieste per immettersi sul mercato. Tuttavia il passo da compiere è ancora lungo, ed è per questo che l’attenzione dei pubblici poteri non deve abbassare la guardia e spingere sempre più nei confronti di chi, da imprenditore, è chiamato a rispondere al cambiamento più utile al futuro del PIL nazionale.

Non si tratta solo di una mossa concreta per smantellare azioni di contraffazione ma anche di provare a disegnare il Mondo ideale dell’Italia che produce, esporta e si rende indispensabile agli altri poiché veicolo di gusto, qualità e tradizione.

Ora si attende solo la mossa dei nostri senatori.

[Fonte] [Per saperne di più Confartigianato.it]
[Crediti Foto Copertina]

Lascia un commento

Studio Rubino Srl
PI: 02316340799

Via Cola di Rienzo, 265
00193 ROMA (RM)
Tel: (+39) 0350075287
staff@studiorubino.com