Lenti a contatto: da Leonardo a Google, la storia (infinita) di un’ invenzione

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Le lenti a contatto hanno cambiato in meglio la vita e la vista dei portatori di occhiali, ma da dove sono arrivate? Ripercorriamo insieme la storia di un’invenzione che guarda al futuro.

Chi ha inventato le lenti a contatto?
Il genio di Leonardo, la scienza di Cartesio

Chi è l’inventore delle lenti a contatto? Una domanda da un milione di dollari che probabilmente non ti sei mai posto, almeno fino ad ora. È ciò che accade di norma con gli oggetti d’uso quotidiano. Magari, sei solito svegliarti con una tazzina di caffè fumante, ma non ti sei mai chiesto da dove provenga la moka con cui lo prepari.

Discorso analogo per le lenti a contatto, le cui origini risalgono al genio di Leonardo Da Vinci. Nel lontano 1508, fu proprio lui ad avere l’idea di una lente che correggesse i difetti visivi. Scoprì, infatti, che inserendo una sfera di vetro con dell’acqua nell’occhio, si creava una continuità ottica tra l’una e l’altro.

Nel 1636, la sua intuizione ispirò Cartesio nella stesura del trattato scientifico intitolato “La Diottrica”. Il noto filosofo/matematico dimostrò che applicando sull’occhio un tubo dall’estremità concava in vetro e con dell’acqua all’interno, i difetti visivi potevano essere corretti o annullati.

Da Cartesio in avanti, si verificò una serie di piccole conquiste che hanno consentito di arrivare alle lenti  contatto così come le conosciamo oggi.

Chi è l’inventore delle lenti a contatto?
Uno, nessuno, centomila inventori per una conquista collettiva

Dopo quasi duecento anni di silenzio sull’argomento, nel 1827 il matematico inglese John Frederick William Herschel realizzò il primo stampo di lenti e nel 1887 presero il nome che conosciamo grazie al tedesco August Muller.

Quest’ultimo dedicò loro una tesi di Dottorato e inventò le prime lenti a contatto in vetro per correggere la propria miopia.

Le stesse furono testate dal dottor Eugène Kalt, che le somministrò ai suoi pazienti riscontrando una scarsa tollerabilità.

A ovviare al problema fu un optometrista di New York: William Feinbloom, che nel 1936 creò le prime lenti a contatto in plastica, più leggere delle precedenti ma con un diametro ancora troppo grande.

Il 1948 segnò un ulteriore passo in avanti, con una versione più confortevole, perché più piccola e di un materiale plastico più morbido (il polimetilmetacrilato).

Il 1956 fu l’anno della svolta: Lim e Wichterle, due ricercatori cecoslovacchi realizzarono le prime lenti a contatto morbide in Idrogel, permeabili all’ossigeno, che a partire dal 1971 furono prodotte su scala industriale negli Stati Uniti.

Altra data significativa è il 1959, quando la multinazionale francese Essilor France registra il brevetto delle lenti a contatto progressive, per vedere bene e distintamente a qualunque distanza.

La versione usa e getta che tanto amiamo fece capolino nel 1985, in Danimarca, seguita dieci anni dopo dalle prime lenti a contatto giornaliere.

Non è dunque possibile individuare un singolo inventore delle lenti a contatto, ma ricostruirne la storia ci è servito a comprendere meglio la portata di un’invenzione che ha cambiato le nostre vite e lo ha fatto in meglio. Ad oggi, ne esistono di vari tipi, tutti in grado di correggere un qualche difetto visivo, ma il loro potenziale è davvero tutto qui? Secondo Google, Samsung e Sony assolutamente no.

Lenti a contatto smart: con Samsung, Sony e Google verso il futuro!

Per Sony, le lenti a contatto possono arrivare a registrare ciò che vediamo, conservandolo per una futura riproduzione. Fantascienza? No, realtà consentita da uno schermo a elettroluminescenza organica in grado di registrare e archiviare video. La tecnologia applicata consentirebbe anche funzionalità proprie di una macchina fotografica, come lo zoom, la messa a fuoco o l’esposizione automatica e la regolazione del diaframma. Tutto ciò in perfetta sincronia con la chiusura delle palpebre.


Anche Samsung è al lavoro sulle sue lenti a contatto intelligenti, con tanto di brevetto depositato in Corea nel 2014. Il prototipo è dotato di una microcamera comandata dal battito delle palpebre ed è in grado di riprendere immagini e inviarle su un dispositivo mobile.

Mentre, le lenti a contatto di Google realizzate in collaborazione con la casa farmaceutica svizzera Novartis sono addirittura in grado di combattere il diabete. In che modo? Grazie a una tecnologia avanzata capace di misurare la glicemia a partire dal liquido lacrimale e di trasmettere in modalità wireless i dati raccolti a un apposito dispositivo.

Il progetto è in fase di sperimentazione e coinvolge anche l’Università di Washington, con un team dedicato, guidato dal responsabile Brian Otis. Di recente, l’USPTO (United States Patent and Trademark Office) ha assegnato a Google la paternità del brevetto necessario (la richiesta era stata inoltrata nel 2012) per cui l’immissione sul mercato delle lenti a contatto smart potrebbe essere imminente.

Abbiamo tracciato insieme le tappe fondamentali dell’invenzione delle lenti a contatto: dall’intuizione di Leonardo Da Vinci alle nuove possibilità tracciate da Samsung, Sony e Google. Quale prototipo ti ha incuriosito di più? Faccelo sapere in un commento e se sei curioso di capire come funziona il deposito di un brevetto, non esitare a contattarci! 

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