Creative Commons: tutela le tue opere, usa le licenze

Il copyright è uno tra i temi più controversi e dibattuti che il web abbia mai sollevato in relazione ai contenuti sin dalle sue origini quando prendeva il nome di internet in cui si parlava di digitalizzazione la quale di riflesso sollevò la questione sulla veridicità o meno di una risorsa e su quanto questo delicato processo di trasposizione da analogico a digitale potesse sancire l’inizio di un’era dedita alla contraffazione in cui distinguere tra vero e falso sarebbe divenuto sempre più difficile sino a non riuscire più a percepire più la linea di separazione.

Con il trascorrere del tempo sembriamo aver superato brillantemente questa tipologia di interrogativi rimasti oramai come congelati se non addirittura sepolti ad un periodo precedente in cui le ragioni/motivazioni erano da imputare piuttosto a dubbi risalenti a mentalità allora resilienti di stampo apocalittico ed integrato ed a quella generazione subito susseguente di transizione-passaggio fino a quella dei nativi digitali ma nonostante ciò la questione del copyright invece per contro non solo è cresciuta ma si è andata facendo sempre più tesa e spinosa. Ancora la questione sull’autenticità o meno della fonte di un contenuto può resistere nonostante il funzionamento sistemico ad esempio dei motori di ricerca abbia ripulito le SERP quindi gli indici secondo cui sono organizzati i contenuti secondo parametri algoritmici che ne regolano qualità, l’affidabilità e l’autenticità tant’è vero che gli utenti si affidano sempre più ad esse per le loro ricerche anziché alle enciclopedie come si faceva una volta. Invece sono i falsi che riproducono contenuti o porzioni di esso a destare ancora una problematicità intrinseca al web e per cui si rende necessaria da parte dell’autore una certificazione di paternità/autenticità.

Perché usare le licenze Creative Commons

Le licenze creative commons nascono con l’intento di supplire l’assenza di tutela della proprietà intellettuale quando non è possibile o suggeribile per via del media utilizzato una iscrizione nel registro della proprietà intellettuale ma si rende comunque necessario affinché si possa così condividere/ utilizzare un dato lavoro.
Un processo fisiologico al web quest’ultimo da cui un utente non può certo esimersi dal farlo coinvolto come è nel duplice ruolo di autore potenziale ed al contempo di consumatore di contenuti.

Open networker: chi sono

L’avvento di tali licenze ha aperto ulteriori interrogativi in merito all’etica professionale da adottare nelle propria condotta sia online che offline e da applicare poi nei confronti della condivisione dei contenuti che paiono aver creato una netta dicotomia tra due filosofie di pensiero con da una parte quella degli open networker e dall’altra quella di specialisti dalla mentalità invece “closed” dove se i primi ritengo la  condivisione come l’apripista di tutte le dinamiche collaborative-cooperative per cui è lecito porsi con un atteggiamento-approccio aperto i secondi privilegiano una chiusura riconducibile ad una sorta di proprietà privata.
Una divisione che però nel web non trova la sua sintesi né luogo di appartenenza in modo così dichiaratamente e marcatamente netto e per cui le licenze come le Creative Commons paiono invece riuscire a coprirne meglio tutte le sfumature e declinazioni tipiche delle alterazioni-manipolazioni di stampo digitale.
Tra queste per esempio vi è la possibilità di cambiare ri-editando un contenuto al fine di migliorarlo coinvolgendolo così a sua volta in una girandola creativa senza soluzione di continuità e per cui difatti le licenze Creative Commons si pongono nella posizione di consentire due gradi di apertura nei confronti dell’alterazione desumibili dalla possibilità o di condividere allo stesso modo o nell’impossibilità di generare opere derivate ma al contempo di garantirne sempre la paternità attraverso l’attribuzione.

Ancora, è possibile decidere per la finalità orientata ad un uso commerciale o non.

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Cosa sono le licenze Creative Commons

Creative Commons consente di condividere legalmente la vostra conoscenza e creatività per costruire un mondo più equo, accessibile e innovativo – liberare il pieno potenziale di Internet per guidare una nuova era di sviluppo, crescita e produttività. (cit. sito web Creative Commons.it)

Da come si evince dal sito web di Creative Commons.org la navigazione è stata facilitata ad un livello parossistico per essere accessibile a chiunque vi navighi a prescindere dal livello di expertise dell’utenza e fare in modo di rendere la comprensione facilitata per far capire senza difficoltà come funzionano le licenze e ad imparare come adoperarle e per cui è opportuno ricordare che non sono limitate ad un uso ristretto solo alle logiche web.
I link presenti sul sito aiutano ad approfondire le tematiche più importanti e chiariscono eventuali dubbi al fine di suggerire la licenza più adatta e confacente alle proprie esigenze rea così di una scelta consapevole e più oculata possibile.

I formati video si aggiungono ai già esaustivi contenuti testuali per la massima chiarezza possibile in fatto di tutoring affinché non vi sia fraintendimento alcuno per una facilità disarmante funzionale alla massima diffusione delle licenze contemporanea alla più efficace riduzione delle criticità che possono insidiare la comprensione di utilizzo finale per poi inficiare il non ultimo rapporto di fidelizzazione prezioso quanto fondamentale quando si ragiona in termini di condivisione.

Come funziona Creative Commons

Se non vuoi fare tutto da solo e perderti nella lettura di tante spiegazioni é  possibile usare anche un tool online presente nel sito web di Creative Commons denominato ‘Choose a Licenze’ per scegliere velocemente la licenza più opportuna e che meglio si adatta alla vostra opera cosicché potrete proteggerla assai rapidamente e non avere così l’alibi di non averlo fatto perché era troppo difficile e ci voleva troppo tempo.
Per scegliere quale sia meglio o più opportuno applicare è sufficiente rispondere alle domande che il tool vi pone ed esso rende in automatico il codice HTML da incorporare nell’opera ad essa afferente dopodiché un’icona collegata ad un link una volta cliccato sull’immagine porta ad una pagina web in cui vengono fornite ulteriori delucidazione in merito di natura legale e sulle eventuali azioni possibili.

Semplice no? Più facile a farsi che a dirsi, perciò perché non provare a salvaguardare le proprie opere e rendersi così implicitamente partecipi della diffusione di questo sistema di tutela attraverso licenze Creative Commons oltretutto gratuito ma dal così alto valore etico e morale?

Le licenze: un contributo al problema plagio non la soluzione

Ovviamente una licenza da sola non può risolvere il problema plagio arginando così quella che si presenta piuttosto come un’emorragia, dissuadere i malintenzionati non è facile né possibile con questi deboli mezzi che fanno leva sulla coscienza al pari di tante altre lotte contro problemi tristemente noti alla nostra società per essersi dimostrati storicamente insanabili, magari riesce ad attutirne l’impatto ma solo parzialmente l’immensa mole di plagi che si compie quotidianamente online procede incessante a ritmi vertiginosi e per cui più che di una soluzione per il momento si può parlare di un contributo visto che attraverso la sua azione si può coinvolgere nel processo di responsabilizzazione tutti coloro che vi entrano (con la licenze) in contatto rispettandola, anche solo semplicemente prendendone così visione per poi diffonderla a loro volta e perché no proprio applicandola in primis sulle proprie di opere cosa che altrimenti non avrebbero fatto o per ragioni legate alla non conoscenza della stessa o perché reputata troppo complicata da applicare/usare.

Applica le licenze contribuisci al processo di sensibilizzazione

E’ anche drammaticamente certo che consapevolizzazione a parte permane il problema del non rispetto/ tutela di un’opera a prescindere comunque dall’applicazione o meno di una licenza che è la parte flebile e debole di questa modalità d’azione a tutela dei diritti di copyright attraverso di essa ma rimane comunque una buona azione tesa alla sensibilizzazione attraverso un agire pragmaticamente al fianco di un’intensa attività costante di evangelizzazione rispetto al fenomeno.

Tutela della proprietà intellettuale: una questione legata al libero arbitrio

Resta il fatto che ancor prima che una questione legale sia un fenomeno da ricondursi a ragioni di natura di costume sociale e per cui il resto, il grosso del lavoro rimane da fare a noi. Esso fa leva sul libero arbitrio magari quest’ultimo è stato pesantemente contaminato dall’avvento del digitale e delle nuove tecnologie ma resta il fatto che esso ci riconduce inevitabilmente al processo decisionale nella più atavica delle sue forme in cui vi è quella di scegliere o meno di commettere plagio o invece rispettare l’autore con i suoi diritti.
Un gesto ancor prima che d’esempio piuttosto da imputare al senso di civiltà e di rispetto profondo nei confronti del proprio prossimo e del suo operato da intendersi prezioso ancor prima che nell’immediato nella sua funzione di contributo alla difesa di quella catena che invisibilmente ci lega e collega tutti gli uni agli altri come cittadini dell’universo dominato dalle sue leggi che così spesso ci dimentichiamo di onorare e rispettare.

 

CONCLUSIONI

In un’era quella 3.0 in cui non si può più certo prescindere dalla condivisione pena altrimenti condannare a morte certa un’opera-contenuto; gli scenari sono indubbiamente cambiati rimasti minacciosi per certi versi ma per altri lasciano inalterati taluni punti di domanda su cosa sia più opportuno fare e come porsi al cospetto dei rischi reali come potenziali e sulle conseguenze eventuali che si rinnovano/evolvono ma non si sono ancora dissolte ricordandoci come tecnologia a parte, medium adoperato tutto sia sempre desumibile e riconducibile almeno per il momento salvo future forme di prodigiose intelligenze artificiale ancora al nostro operato da cui per il momento ancora non si sfugge e quindi poi da imputare infine alla responsabilità delle nostre scelte.

Con questo post si è voluto semplicemente dare una prospettiva d’analisi differente sulle licenze e la questione ancora aperta sulla tutela del diritto d’autore, un nervo scoperto del sensibile sistema nervoso della rete online, una storia tesa sulle ancora critiche dinamiche presenti nel web ma anche offline in merito alla tutela delle opere e dei loro autori.

 

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