Plagio online una piaga insanabile

La contraffazione ed il plagio online rappresentano una emorragia di valore inarginabile ed inarrestabile dai ritmi vertiginosi ed impossibili per qualsiasi azione mossa per sedarla, una piaga insanabile che comunque coloro che lavorano nel web hanno cercato di arginare perlomeno in parte. Le licenze di copyright come la Creative commons è una di queste tra le altre si possono annoverare widget e tools utili sia per scovare primariamente quando si verifica il famigerato copia ed incolla di un file e dopo per tentare attraverso vari blocchi e stratagemmi di fermare il fenomeno. Tuttavia si tratta quasi sempre di soluzioni in grado solo di rallentare o complicare il processo di copia quasi da considerarsi dei palliativi piuttosto che riuscire ad impensierire realmente i male intenzionati tanto da scoraggiarli nel qual caso essi siano esperti fruitori dei contenuti internet. La questione è tanto per cambiare come ogni qual volta tocca la sfera del web controversa ed assai spinosa ma come abbiamo già sviscerato e più volte approfondito nei precedenti articoli è posta al centro di una riflessione intorno a cui ruotano le nostre scelte etiche inerenti il digitale e da cui è impossibile prescindere.

Plagio online responsabile il web o gli utenti online

Detto altrimenti essa è traducibile in una responsabilità non tanto imputabile ad internet come media da stigmatizzare ed incolpare bensì ad un ecosistema in cui l’ecologia dipende esclusivamente dai nostri comportamenti responsabili e consapevoli; non è certo internet a fare di noi ciò che siamo piuttosto viceversa siamo noi a doverci adoperare per farne una dimensione dell’essere come dell’agire migliore.

Amarcord digitale antichi metodi anti-contraffazione

Provo tenerezza quando ricordo l’inibizione del tasto-funzione copia ed incolla che erano soliti implementare un tempo i blogger sui blog per tentare invano di arginare il plagio online, dopotutto il web si basa su un’architettura concettuale di stampo ipertestuale algoritmicamente regolata in cui inibire le riededitatura di un testo/ contenuto ne inficia lo sviluppo in progress che ne costituisce poi quello in divenire come risultato di un arricchimento e non certo di un depauperamento di diritti. Ad ogni modo queste soluzioni risultato ad oggi datate e superate basti pensare che la cattura di una porzione dello schermo attraverso un banale screenshot è capace di rubare una significativa porzione di contenuto senza lasciare traccia alcuna.
Per queste ragioni è bene fare chiarezza su cosa contraddistingua l’operato di una condotta parassitaria rispetto a quella che pur facendo uso di un contenuto altrui ne amplifica il valore citandone però al contempo la fonte, quest’ultimi rappresentano l’essenza della filosofia di chi costruisce ogni giorno il web per mezzo della condivisione dei contenuti mentre i primi degli abili impostori che ne dissipano ogni risvolto atto ad incrementare il capitale umano attraverso l’agire sociale e poco importa se questo avviene in ecosistemi digitali a dispetto delle più note dinamiche analogiche.

Dall’analogico al digitale le regole permangono

La trasposizione al digitale e quindi non fisica delle azioni evidentemente desta una certa confusione in taluni soggetti e personalità che trasceso il corpo finiscono per credere di liberarsi al contempo di qualsiasi responsabilità appartenente al mondo fisico quando invece piuttosto il web oltre a consentire una libera navigazione senza partecipazione alcuna a mo’ di spettatori finto passivi  si fonderebbe sulle ben note e nobili dinamiche per quanto assai sempre dimenticate della condivisione e collaborazione. Capirete come entrambe le azioni senza fare proprio un altro contenuto non potrebbero mai avere luogo.

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Uno scarto non da poco rispetto a chi crede che trattasi solo di un parco gioco da vivere in totale libertà senza rispetto alcuno o regola da seguire e rispettare; probabilmente in assenza di un volto a cui risalire si percepisce anche meno il senso del rischio con lo spiacevole effetto collaterale di mutare conigli in leoni e far emergere così tanta frustrazione anziché energia costruttiva ed edificante.

Un aspetto questo assai deprecante per il web che non fa che favorire le campagne di riflesso dei suoi tanti detrattori che lo giudicano come la panacea di tutti i mali ma tutto ciò non fa che favorire una disamina fallace ed una prospettiva di analisi che non è certo in grado di risolvere il problema alla radice per estirparlo.

Meglio tutelare che rischiare

Nel detto che gli antichi erano soliti pronunciare ovvero che è meglio prevenire che curare vi è intrisa tutta la saggezza implicita nella consapevolezza della difficoltà intrinseca al cambiamento da attuare per correggere il comportamento degli esseri umani quando sbagliato e per cui è meglio tutelarsi con le varie forme possibili per farlo efficacemente come i brevetti, le licenze, i marchi e perché non dando inizio a qualsiasi realizzazione originando proprio da una consulenza mirata.

Verificare Plagio Online una questione utile alla SEO

Verificare il plagio online ma soprattutto non praticarlo è ancora prima che un atto morale un espediente necessario per non incorrere in pesanti penalizzazioni SEO relative la corretta indicizzazione/posizionamento di un contenuto e che è bene ricordare essere la risorsa più importante di qualsiasi strategia improntata al content marketing e più semplicemente a costruire la propria autorevolezza online anche solo attraverso la più blanda delle presenze in cui a fronte di contenuti originali è possibile fregiarsi del miglior ritorno in fatto di riconoscimento da parte dei motori di ricerca i quali nutrono un vero e proprio occhio di riguardo nei loro confronti.

Freschezza ed originalità prive di scopiazzature varie sono il meglio che possiate offrire in termini SEO per le pagine web le quali sicuramente godono di una via privilegiata e magari abbreviata per svettare in cima alle SERP.
Quindi non è solo utile a capire se qualcuno ha copiato quanto a verificare che i testi in uso su blog e siti web non si macchino anche involontariamente di una colpa non commessa.
Ed è anche facile risalire al perché le idee siano da considerarsi brillanti purché da valutarsi nella loro semplicità quando originali perché così esse sono uniche e per questo non facilmente replicabili e per cui mi sento sempre di suggerire che piuttosto che cedere alla tentazione seducente nell’immediato di copiare paghi sempre di più costruire una propria firma online magari non la più geniale ma comunque autorevole ed univoca oltre che riconoscibile cosicché da risultare facilmente distinguibile.

CONCLUSIONI

Gli strumenti per smascherare tale fenomenologia non mancano di certo come le accortezze ed attenzioni per capire se stiamo leggendo un contenuto che è stato copiato tuttavia siamo dinanzi a quello che si dice essere un colpo di spada nell’oceano, un granello di sabbia rispetto al deserto insomma un tentativo vano di rimediare ad una situazione oltre che incresciosa oramai insostenibile che i motori di ricerca si sono visti costretti ad arginare a suon di penalizzazioni per mezzo di algoritmi sempre più evoluti e quindi inflessibili nei confronti dei trasgressori portandosi dietro come sempre in clima di punizioni un sottofondo fatto di  polemiche a causa di azioni giudicate sin troppo rigide.

Per contro invece non lo è contribuire nell’ignorare e perciò a non dare seguito a questi comportamenti inaccettabili attraverso qualsiasi azione possibile purché lecita tra cui cito la diffusione di una cultura dell’uso delle licenze e rispettosa della tutela dei diritti e della proprietà intellettuale esercitando così facendo un agire basato sul dissenso attuabile per mezzo della non partecipazione ai medesimi costumi sbagliati e per cui non vale in nessun modo ed assolutamente castrare il potenziale intrinseco al web basato invece sulla attribuzione/manipolazione/alterazione dei contenuti, l’uso di link ipertestuali tesi esclusivamente a generare valore aggiunto alla fonte da cui proviene la matrice-contenuto originario.

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