Brevetti: curiosità su 5 oggetti di uso quotidiano
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Brevetti: abbiamo deciso di raccontarvi quattro storie, curiose, interessanti e divertenti, che hanno portato alla nascita di 5 oggetti di uso quotidiano di cui non possiamo proprio fare a meno.
Buona parte degli oggetti che utilizziamo quotidianamente è nata da intuizioni geniali di mente speciali. Ciascuna invenzione rappresenta il culmine di una storia personale tormentata, difficile e interessante. Ognuna di queste storie porta con sé un po’ di magia e curiosità verso le vite straordinarie che hanno attraverso i secoli lasciando traccia indelebile del loro passaggio nella nostra vita di tutti i giorni.
Il cavatappi
Il cavatappi è un utensile comune nelle nostre case, più o meno lo usiamo tutti, c’è chi perfino li colleziona. Oggigiorno il cavatappi rappresenta un elemento di design oltre che un utile strumento che permette di assaporare le più pregiate bottiglie di vino e non solo. Vi siete mai chiesto come sia nato questo curioso strumento? Il cavatappi vanta una lunghissima storia. I primi esemplari di cavatappi sono stati creati attorno alla metà del 1400 all’interno delle armerie con un’applicazione completamente differente rispetto a quella attuale. All’inizio, infatti, i cavatappi vennero utilizzati per la pulizia dei cannoni e delle canne dei fucili e delle pistole. Circa 200 anni dopo, però, l’armeria londinese Messrs Holtzpfel modificò l’impiego di questo strumento utilizzandolo esclusivamente per stappare le bottiglie. Nel 1680 ne ottenne il brevetto di fabbricazione. I primi esemplari di cavatappi erano delle vere e proprie opere d’arte destinate esclusivamente ai ricchi, considerati veri simboli di prestigio e agiatezza, dove spesso veniva apposto lo stemma del casato o le iniziali del nome. I materiali inizialmente impiegati per la produzione dei cavatappi erano molto pregiati. La forma di questo strumento mutò costantemente nel corso del tempo al fine di individuare la migliore ergonomia per il perfetto utilizzo del cavatappi. Sul finire del XVIII secolo il reverendo Samuel Henshall brevetto il primo cavatappi dedicato all’uso domestico e, in accordo con una fabbrica, iniziò la produzione industriali dei questo oggetto.
Il frullatore
L’invenzione di questo utilissimo strumento da cucina è avvenuta ad opera di Stephen Poplawski, un polacco che emigrò negli Stati Uniti con i genitori nel 1894. Fin da giovane mostrò una passione grandissima per i congegni utili a mescolare bevande e nel 1918 riuscì a fondare una propria società, la Stephens Tool Company. Il primo vero frullatore della storia fu progettato per gli utilizzi dei ristoranti che dovevano mescolare il malto con altri ingredienti. L’invenzione richiese ben sette anni di esperimenti e finalmente nel 1922 fu pronta, anche se il successo non era scontato. Il brevetto di Poplawski parlava di un miscelatore composto da un elemento in grado di agitare e dotato di elica, applicato sul fondo di un contenitore. La diffusione dell’utilizzo del frullatore come strumento domestico, però, si deve a Fred Waring. Nel 1936 un amico gli mostrò il frullatore di Poplawski, chiedendo un sostegno finanziario per diffonderlo in tutti i bar americani. Waring accettò ma decise di cambiare la destinazione d’uso di tale strumento rendendolo indispensabile per le casalinghe di tutto il mondo. Nel 1955 la Waring Corporation cercò di attirare un gran numero di casalinghe con frullatori di ogni forma e colore dotati di numerosi optional. Già negli anni Settanta si arrivò a 127,5 milioni di pezzi venduti, con prezzi accessibili a tutte le tasche.
L’asciugacapelli
L’invenzione dell’asciugacapelli è avvenuta in tempi recenti. L’antenato del phon asciugacapelli fu uno strumento molto particolare e tutt’altro che maneggevole ideato dallo stilista francese Alexandre Ferdinand Godefroy. Egli progettò un aggeggio composto da un sedile con un cappuccio collegato ad una stufa a gas. La cliente si doveva, quindi, accomodare sotto il casco e una manovella soffiava aria calda sui capelli. Il primo brevetto per un asciugacapelli è stato concesso nel 1911. Non dobbiamo pensare ai phon di oggi ma a grossi e pesanti oggetti che producevano aria poco più calda di quella dell’ambiente. Dobbiamo attendere il 1920 per avere i primi prototipi del phon odierno. Negli anni ’50 si registra una vera e propria svolta: gli asciugacapelli cominciarono ad essere usati anche a livello domestico. Nei primi anni ’50 i phon erano ancora delle specie di cuffie in plastica collegate ad una macchina generatrice di aria calda. Solo negli anni ’90 vennero lanciati sul mercato anche i primi phon portatili.
La lavatrice
Inaspettatamente fu proprio un uomo ad inventare la prima lavatrice. La forma primigenia di questo elettrodomestica è rappresenta da un sistema molto ingombrante per lavare i panni e sciacquarli. Si trattava di un cestello di cordame che veniva fatto ruotare a mano sotto un getto d’acqua. La macchina era costituita da una gabbia ottagonale in legno, nella quale venivano messi i panni da lavare, inserita in una scatola più grande, sempre in legno, riempita con acqua e sapone. Una manovella faceva quindi ruotare la scatola più piccola. L’invenzione avvenne a opera del baronetto John Hoskins nel corso del 1677. L’inventore della lavabiancheria nella forma moderna è però ritenuto Thomas Bradford, che ideò nel 1860 un modello che aveva già i principi di funzionamento degli apparecchi moderni. Negli stessi anni, nel 1874, anche William Blackstone, un mercante americano, costruì una lavatrice per fare un gradito regalo alla moglie. Si trattava di un barile di legno riempito con acqua calda saponata. I panni venivano scossi da un asse dotato di lunghi pioli, che si muoveva manualmente in alto e in basso.
La biro
La storia dell’invenzione della penna a sfera è molto romantica. Si narra che l’inventore, Lazlo Josef Birò, trovò l’ispirazione guardando dei bambini che stavano giocando a biglie. I bambini tirano le palline di vetro che disegnano percorsi sul terreno. Una di queste biglie rotola, però, in una pozzanghera e lascia dietro di sé una nitida e perfetta scia liquida. Fu così che Birò ebbe l’idea di creare la prima penna a sfera. Era la fine degli anni ’30 e Birò era un giovane giornalista ungherese. Quindici anni dopo, in un grande magazzino di New York, fu venduta la prima Bic – marchio inventato dal barone italo-francese Marcel Bich, che durante la guerra comprò il brevetto da Birò – destinata a rivoluzionare il mondo della scrittura a mano.
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