Parkinson: Liftware, le invenzioni che fanno bene alla scienza

[space height=”10″] Ormai è da quasi un anno che Lift Labs ha lanciato il progetto ma poco se n’è sentito parlare. Liftware è il cucchiaio che la start up di Google ha realizzato per permettere a chi è affetto dal morbo di Parkinson di ridurre il disagio dei tremori durante un gesto che fa parte della quotidianità che ai più può sembrare naturale.

Non è una novità per Google investire nel settore della ricerca e della salute, infatti tempo addietro aveva lanciato la piattaforma cloud per la condivisione di dati e informazioni per la lotta al cancro. 

Sempre più il privato e la partecipazione di grandi multinazionali rappresentano la soluzione alle impossibilità strutturali attuali dell’intervento pubblico  e ogni giorno è possibile leggere che la scienza e i big dell’economia mondiale partecipano attivamente allo sviluppo di soluzioni per il bene comune. Le invenzioni e i supporti alla ricerca scientifica rappresentano il valore aggiunto di una comunità in espansione che auspicano, di concerto, al miglioramento delle condizioni dell’uomo e della civiltà: “ratio che risiede, tra le cose, nella definizione stessa di invenzione”.

Google ha ascquistato a settembre del 2013 la start up Lift Lab e ne ha finanziato dunque la realizzazione del cucchiaio per così dire smart, Liftware. Sono queste le invenzioni che rispondono alla domanda: “Come migliorare la vita a chi è affetto da malattie importanti come il Parkinson?”.

Come funziona Liftware

Liftware, realizzato grazie al supporto e alla presenza dei ricercatori dell’Istituto nazionale di Salute americano (Nih):

è un cucchiaio intelligente che grazie a particolari algoritmi è in grado di registrare i tremori della mano e di adattare la sua posizione per rimanere sempre bilanciato e non rovesciare il cibo. Dai test clinici effettuati Liftware è in grado di ridurre del 76% le vibrazioni causate dal morbo di Parkinson, la cui diagnosi in futuro potrebbe avvenire direttamente a domicilio.

liftware spoon

Una scoperta che ha di certo il potenziale di migliorare la vita a molti soggetti affetti dal morbo, alleggerendo così il peso di un percorso spesso tortuoso.

[fonte] [crediti foto]

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