Storia del Primo Brevetto

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Spetta all’Italia il primato di nazione ad aver depositato, per prima, un brevetto di invenzione. E non una zona d’Italia qualsiasi, ma bensì la Magna Grecia.

Con il termine “Magna Grecia” si identifica il complesso di colonie fondate dai Greci nell’Italia meridionale. Il cuore della colonia era localizzato lungo la costa ionica della penisola italiana, dove, a partire dall’VIII secolo a.C.si svilupparono gli insediamenti greci. Tale movimento migratorio verso Occidente da parte delle popolazioni greche dipese dall’espansione persiana che ebbe origine dall’Asia Minore. A seguito di questo flusso, infatti, un gran numero di filosofi, intellettuali e artisti si spostarono verso le coste italiane dando origine a scuole filosofiche, mediche e culturali di primissimo livello. La Magna Grecia svolse, pertanto, un ruolo cruciale nella trasmissione della cultura greca a Roma.

In particolare, la località che ospitò la nascita del primo brevetto fu Sibari. L’antica colonia magno-greca di Sibari fu fondata da insediamenti di Ioni e Achei nel corso del 720 a.C. La città toccò una grande di benessere senza eguali per l’epoca: gli abitanti di Sibari si distinguevano in tutta la Magna Grecia per il lusso ostentato e la dissolutezza dei costumi. I resti dell’antica Sibari giacciono tuttora lungo la costa dell’alto Jonio cosentino: la città, nel corso dei secoli, governò su ben 25 località limitrofe e combatté una sanguinosa guerra contro Crotone, che la vide trionfare.

Ciò che viene riconosciuto e stimato in tutto il mondo, durante il periodo di espansione e di sviluppo della Magna Grecia, è sicuramente l’ambiente culturale vivace e fiorente che trova difficilmente eguali in epoche anche successive.

La Magna Grecia era vivace, stimolante e ricca di scoperte e intuizioni che mutarono il modo di vivere e pensare degli uomini per tutti i secoli a venire.

In questo ambiente vide la luce il primo brevetto della storia. Il primo monopolio per una creazione originale dell’intelletto umano fu concesso a in terra calabra nel corso del VII secolo a.C.

In merito, così recita Placido Scaglione nel suo libro “Il brevetto di Sibari e le anticipazioni della gente di Calabria” definendo il concetto di brevetto per l’epoca: “non costituiva un privilegio concesso “ad personam”  come compenso. Queste caratteristiche dell’invenzione assicuravano per un anno la concessione di un diritto di esclusività consistente nel potere “alios excludendi” dall’uso del brevetto senza autorizzazione del titolare”.

Tale norma, così strutturata, richiama subito alla mente il primo articolo dell’ottava sezione della Costituzione degli Stati Uniti, redatta nel 1789. Gli obiettivi alla base delle legislazioni, infatti, sono i medesimi, ovvero stimolare l’innovazione e il progresso attraverso al competizione tra inventori.

Ma quale fu l’intuizione che diede origine al primo brevetto della storia? Una ricetta.

Filarco, storico ateniese, racconta così la prima privativa: “Nella colonia magno greca fu concesso un monopolio di 12 mesi per una pietanza originale ed elaborata affinché a chi per primo l’abbia inventata sia riservato trarne profitto durante il suddetto periodo e gli altri, dandosi da fare essi stessi, si segnalino per invenzioni di tal genere per un servizio reso allo Stato (…) ma era un diritto che per legge era accordato a chiunque nella propria attività professionale (‘cuoco’) o, anche nella propria abituale attività domestica (‘addetto alla cucina”) avesse inventato una pietanza, utilizzando una sua ricetta “nuova ed originale”

Tutto ciò è confermato da quanto inciso su una lapide rinvenuta nell’area archeologica di Sibari: nella città, infatti. veniva offerto un incoraggiamento a tutti coloro che realizzano un qualsiasi miglioramento al benessere, i relativi guadagni essendo assicurati all’inventore per un anno”.

L’accertamento della proprietà italiana del primo brevetto concesso non è stata così scontata per un lungo periodo di tempo. Lunga e combattuta è stata, infatti, la polemica tra Italia ed Inghilterra in relazione al rispettivo primato in questo campo. La parola fine alla bagarre è stata scritta, però, da Filarco, vissuto ad Atene nel III secolo a.C, che riferì che nella città jonica di Sibari fu ufficializzato il diritto allo sfruttamento esclusivo di un’invenzione, per la precisione una ricetta. Tale nota venne ripresa e confermata nei secoli seguenti da Ateneo di Naucrati nel corso del II d.C.

In Italia, nell’assetto geo-politico attraverso cui la identifichiamo oggi, il primo brevetto risale al 1421 e fu assegnato all’architetto fiorentino Filippo Brunelleschi per l’invenzione di una particolare chiatta che trasportava marmo, necessario per la costruzione del Duomo di Firenze, lungo il fiume Arno. La privativa ebbe una durata di 3 anni.

Abbiamo parlato della primo brevetto di invenzione, ma oggi, invece, come si sta sviluppando il mercato dei brevetti? E come si posiziona l’Italia nel quadro complessivo?

Nel corso del 2016 l’Italia dell’innovazione vanta numeri considerevoli: tra i Paesi europei con i più alti volumi di richieste di brevetto, l’Italia ha avuto il tasso di crescita più elevato (4,5%). Per quanto concerne, invece, i valori assoluti, l’Italia nel corso del 2016 ha effettuato 4.166 richieste di brevetti dietro a Germania (25.086), Francia (10.486), Svizzera (7.293) e Olanda (6.889).

L’Italia, in particolare, conserva il suo potenziale innovativo nel settore manifatturiero, soprattutto dell’automotive. Quest’ultimo, infatti, ha registrato il maggior numero di domande di brevetti dal nostro Paese a livello mondiale con ben il 4% delle richieste presentate a livello complessivo e una crescita del 16% del 2016 rispetto all’anno precedente.

L’Europa in generale, comunque, rappresenta un ambito strategico di forte interesse da parte di tutto il mondo per la protezione dei marchi. Sono in crescita, infatti, le richieste di brevetto provenienti da Paesi extra Europea. In primis troviamo la Cina, con una crescita del 25% sull’anno precedente, e la Corea del Sud (+ 6,5%). In contrazione, invece, le richieste di riconoscimento della privativa da parte degli Stati Uniti (-6%) e Giappone (-2%).

I settori trainanti a livello globale per numero di richieste di concessione brevetto sono la tecnologia medicale (con oltre 12 mila domande di privativa, con un calo però del 2% rispetto al 2015), la comunicazione digitale e la tecnologia informatica. I settori in crescita, poi, sono quello dei macchinari elettrici ed energetici (+ 5%) e dei trasporti (+ 4%).

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