L’ombrellone, il vero tipo da spiaggia… tutte le invenzioni “estive”!

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Finalmente è arrivata l’estate! Siamo nel pieno del periodo più atteso dell’anno: lunghe sessioni abbronzanti, bagni al mare, tutta la famiglia riunita alla scoperta di nuove località. Ci ritroviamo a fare ciò che desideriamo e aspettiamo durante tutto il corso dell’anno.

Le vacanze estive sono finalmente alle porte e siamo intenti a preparare i bagagli avendo cura di non dimenticare nulla: costumi da bagno, creme solari, telo mare, maschera e boccaglio e il mitico ombrellone, simbolo per eccellenza dell’estate al mare. Vi siete mai chiesti chi ha ideato e creato gli oggetti estivi che ci accompagnano durante le torride giornate al solleone?

L’ombrellone

Lo sapevi che l’ombrello è nato come oggetto per proteggersi dal sole e non dalla pioggia? Pare proprio che già nel XII secolo a.C. i Cinesi ne facessero uso proprio come strumento per riparare la loro delicata pelle dal calore del sole e dai raggi solari più aggressivi. Esistono tracce dell’utilizzo dell’ombrello per proteggersi dal sole già nelle tradizioni egizie e babilonesi. Essi, infatti, utilizzavano l’ombrello parasole come simbolo di lusso e nobiltà: solo i reali e le famiglie più agiate vagano per la città muniti del prezioso strumento per combattere i raggi solari.

Addirittura, a partire dall’Ottocento il parasole è entrato nella storia della moda: fu, insieme al cappello e alla borsa, il primo segno di emancipazione femminile in quanto accessorio legato alla vita all’aperto, e non solo non domestica, delle donne.

L’ombrello iniziò ad essere utilizzato anche come parapioggia in Italia a partire dalla fine del Cinquecento. Nel corso del tempo, l’ombrello divenne uno strumento sempre più trasversale, utilizzato da tutti i ceti sociali in tutti i contesti in cui risulta necessario proteggersi dal sole o dalla pioggia.

L’ombrellone rappresenta, quindi, uno storico alleato per combattere il sole cocente e la calura estiva in spiaggia e al mare. In tempi recenti sono molte le invenzioni proposte per rendere hi-tech e ancora più indispensabile questo prezioso strumento.

Da sempre siamo abituati a pensare all’ombrellone nella sua forma tradizionale circolare. Talvolta però ci ritroviamo a dover spostare il telo per rincorrere il fazzoletto di ombra che l’ombrellone tradizionale ci mette a disposizione.

Per ovviare a questo inconveniente, dal mondo del design arrivano varie proposte originali. Sombrilla, ad esempio, è un ombrellone da spiaggia che si differenzia totalmente per forma e struttura: le designer Hollie e Harrie hanno rivisitato il concetto di parasole ideando una struttura a forma di tenda facile da installare e che garantisce una maggiore aria di ombra. Molto innovativa è anche la proposta di Beach Sail: un parasole a forma di tenda dotato di un palo d’acciaio anteriore e di due estremità posteriori concave in cui si inserisce la sabbia per garantire stabilità e un ampio spazio ombreggiato.

Se, quindi, la forma tradizionale dell’ombrellone sta per essere reinventata in nome di una maggior confort di utilizzo, non sono da meno i gadget hi-tech che vengono applicati sui più moderni ombrelloni. L‘ombrellone più innovativo di tutti è sicuramente Leaf for Life: una struttura a forma di foglia dotata di un pannello solare autonomo, permette di caricare i propri dispositivi elettrici senza problemi. Bisogna solo sperare in una giornata di sole pieno per garantirsi la piena carica dei propri dispositivi tecnologici.

Il costume da bagno

Fino al 1900 era poco diffusa la pratica di immergersi in mare. Dal 1750 a Parigi si diffonde la pratica dei bagni in mare a scopo terapeutico. È in questo periodo infatti che prende il via l’abitudine di spostarsi sulle coste della Normandia o della riviera mediterranea per godere delle salutari proprietà delle acque marine. Viene creato per l’occasione un abito con corpetto e calzoni, in tela spessa da marinaio, sovrapposto spesso da una grande gonna che inevitabilmente a contatto con l’acqua si gonfia come un pallone. Insomma, una soluzione decisamente poco pratica che ha poco a che fare con il moderno concetto di bikini.

Nel corso dei decenni si ridussero progressivamente le dimensioni del costume del bagno, pur mantenendo sempre le sembianze di un costume intero. La grande rivoluzione arrivò nel 1946, ad opera dello stilista svizzero Louis Reard con il lancio del sarto francese Jacques Heim: a Parigi infatti, fa la sua comparsa il bikini. Ci vorranno anni e bagnanti audaci e coraggiose prima che il bikini entri nell’abbigliamento comune da spiaggia.

Le pinne

Quanto è piacevole fare snorkeling dotati di pinne, maschera e boccaglio per ammirare i più bei fondali marini? Ebbene, per avere la prima traccia delle pinne è necessario risalire alla fine del quattrocento, quando Leonardo da Vinci, osservando il moto e la struttura anatomica degli anfibi disegnò un uomo acquatico ad uso bellico dotato di pinne artificiali, guanti palmati, un tubo respiratore ed un attrezzatura speciale per le immersioni.

Bisogna, poi, arrivare a Benjamin Franklin, famoso per l’invenzione del parafulmine, del contachilometri e delle lenti bifocali, per ritrovare delle pinne. Da ragazzo, Benjamin Franklin viveva a Boston, Massachusetts vicino al fiume Charles e osservando gli oggetti scorrere sul fiume e le forme delle pinne dei pesci e degli anfibi, ebbe l’idea di utilizzare dei sottili pezzi di legno, simili alle tavolozze di un pittore, per aumentare la superficie di contatto con il fluido e, generando una spinta maggiore, muoversi più velocemente nell’acqua. Oltreoceano, all’inizio del diciannovesimo secolo, un capitano di corvetta della marina francese, Louis de Corlieu, sperimentò, nel 1909 un primo modello di pinne simile a quello ideato da Franklin adattato però per le braccia.

I racchettoni

Il gioco dei racchettoni da spiaggia trae le sue origini dalla disciplina del tambeach, ovvero una varietà del classico tamburello ideata in Italia. Il tamburello è uno sport di antichissima origine, una varietà del quale era già praticata dai Romani; si è sviluppato in Italia e da qua si è diffuso nel resto del mondo. Il tamburello è un gioco che prende il nome dall’attrezzo che si usa per colpire palla.

Nel corso del tempo hanno preso piede numerose varianti di questo gioco fino ad arrivare ai racchettoni, caratterizzati dall’utilizzo di una racchetta simile a quella impiegata nel tennis ma con dimensioni inferiori.

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