Penna a sfera: storia del brevetto

Come sapete Google è solita offrire tributi attraverso i suoi doodle autentiche celebrazioni di anniversari, scoperte importanti, brevetti figli di note innovazioni e quant’altro si possa annoverare tra gli eventi che nel corso della nostra storia evolutiva sono riusciti a mutarne il corso; essi sono posti come consuetudine oramai dal noto motore di ricerca nella propria pagina iniziale appena sopra al campo vuoto in cui si è soliti inserire le query.

Google e i Doodle tra anniversari, tributi, scoperte, brevetti ed innovazione

I Doodle di solito sono animazioni ma anche immagini statiche al cui click si viene condotti ad una SERP dedicata in cui si approfondisce l’evento importante che si celebra in quella data particolare ricordandone i fatti ed onorandolo attraverso la sua trattazione appunto storica che ne ripercorre dalla sua origine il percorso diacronico e sincronico.

Vi confesso che per me oramai rappresenta un’autentica mania sia dare il play alle animazioni che trovo sempre autenticamente serie ma spiritose in pieno stile Google mentre sono solito dipanare da esse le mie ricerche solo dal momento in cui il soggetto sia in un qualche modo di mio interesse. Alle volte sono preso addirittura in contropiede da rivelazioni a sorpresa su realtà di cui non immaginavo neanche l’esistenza anche se quelle che mi catturano spesse volte sono quelle che hanno dei connotati in un certo senso invischiati con il lato morboso della natura umana in quanto sono letteralmente affascinato da quelle personalità che pur avendo raggiunto la notorietà hanno dovuto passare attraverso notevoli difficoltà che a tratti hanno sfiorato l’essere ostacolate persino dallo scetticismo generale.

L’attenzione di Google verso i giovani innovatori

Oltre ai Doodle, Google è solita inserire un link posto appena sotto al campo di ricerca con finalità informative l’ultima che ricordo vicina alle tematiche trattate in questo blog è Google Science Fair iniziativa volta a sostenere le giovani menti brillanti all’altezza di pensare idee potenzialmente in grado di migliorarne di già esistenti ovviamente con lo scopo ultimo di semplificare la realtà che ci circonda e di riflesso la qualità della vita.
In verità il progetto va ben oltre dato che molte soluzioni sono in grado di risolvere autentiche problematicità i cui risvolti hanno radici in questioni assai ben più dannose/ pericolose per molte popolazioni mondiali o comunque di limarne talune criticità.
Abbiamo già parlato di un oggetto che è stato reinventato attraverso il phon di Dyson come della meccanica delle idee innovative e di cosa contribuisca a generare un processo volto al manifestarsi di un circolo virtuoso delle idee sino all’implementazione delle tecnologie esistenti che divengono poi obsolescenti in questo senso possiamo dire che l’attenzione che Google pone verso le giovani menti può gettare le basi affinché le nuove generazioni si allenino verso questa risoluzione dei problemi sviluppando una sensibilità diversa volta ad uscire dalla consuetudinarietà che avviene già quando ponendoci la stessa domanda di James Dyson in relazione alle tecnologie esistenti, diciamo: “E’ possibile fare meglio?

Un futuro migliore passa per l’innovazione

Siamo positivamente coinvolti e felici rispetto ad iniziative di questo tipo perché la natura delle scoperte inizi a divenire realtà sin dalle menti più giovani le quali pensando in questo modo sono volte a ragionare in visione del bene futuro ma soprattutto per l’interesse di questo pianeta maturando così una prospettiva che le induca a migliorarne sempre di più le condizioni di vita esistenti dal microcosmo delle loro vite sino a palcoscenici più universali e quindi macro.
Tutto ciò non può che giovare ad un futuro di menti brillanti che saranno meno soggette alla dispersione e potranno così chissà quante invenzioni realizzare e poi successivamente brevettare magari non solo al fine di vivere della loro invenzioni ma per proseguire a crearne delle altre. Dopotutto inventare non è solo appannaggio delle menti geniali bensì è anche una particolare prospettiva di analisi della realtà a cui ne segue una critica ed una successiva fase di studio al fine di migliorare ciò che appunto inizialmente avevamo messo a fuoco; quindi l’eureka può avvenire dalle personalità più impreviste, sicuramente un approccio diffuso su scala maggiore aumenta esponenzialmente la percentuale di riuscita.

La storia di chi ha inventato la prima penna a sfera

Attraverso uno dei tanti Doodle Google rendeva omaggio all’inventore della penna a sfera altrimenti noto come Ladislao José Biro che niente poco di meno 117 anni fa inventò un oggetto che non solo è divenuto di uso comune ma ha anche rivoluzionato l’attività di scrittura su carta. Oltre ad aver dato il proprio nome alla penna donando così l’immortalità nominativa è per giunta una tecnologia così valida da essere ancora attualmente in uso.
Una vita avventurosa la sua ma comunque un avvenire da predestinato tant’è che pur essendo un ipnotista di successo e che gli valse lauti guadagni fece lo stesso un po’ di tutto nella vita spaziando dall’arte all’ingegneria. Con il fratello condivideva il pallino del costruttore con cui inventò diversi marchingegni. Fu la sua attività giornalistica ad indurlo a desiderare una penna che non avesse le stesse problematiche dell’allora penna stilografica l’unico strumento adibito allo scopo in uso mentre la scintilla che la rivoluzionò avvenne quando osservando dei bambini giocare con le biglie si accorse che le sfere dopo essere passate su delle pozze d’acqua rilasciavano una scia-traccia assai precisa e ben delineata dietro se’.

Rimaneva il problema insito nell’inchiostro che seccava troppo presto e macchiava i fogli e quello non certo trascurabile di inserire una sfera sulla punta della penna che sortisse come effetto il risultato di un tratto uniforme e veloce per consentire così una rapida asciugatura. Cosicché mentre il fratello si adoprava a scoprire un inchiostro che seccasse rapidamente e non macchiasse lui si impegnava a sviluppare una tecnologia per la punta ed il corpo della penna.

A dirla tutta prima però è giusto citare John Loud che nel 1888 aveva registrato il brevetto di una penna a sfera adibita alla scrittura sul cuoio ma ciò che dà la paternità della scoperta invece all’ungherese L.J.Biro è che questa non riuscì mai a scrivere sulla carta a causa della punta troppo grossa ed imprecisa cosicché il brevetto presto decadde.
Fu nel 1938 che i due fratelli riuscirono a brevettare in Ungheria ed Inghilterra un prototipo di penna a sfera soddisfacente dopodiché la sua storia si fece avventurosa e piuttosto nomadica comprendendo due grandi spostamenti ovvero dall’Ungheria a Parigi sino a finire infine in Argentina dove rimase sino alla sua morte.

La Bic fece della biro un capolavoro diffuso in tutto il mondo

Alla fine del giugno del 1943 brevettò un nuovo prototipo di cui la licenza fu acquistata dal Regno Unito che ne produsse 30 mila esemplari. Nonostante ciò non fu un successo commerciale immediato ed esplosivo a causa degli alti costi produttivi elevati per il grande pubblico. Forse anche questa ragione contribuì a far vendere la licenza del brevetto agli Stati Uniti ad un’azienda successivamente assorbita dalla nota Parker.

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Ma gli affari non decollarono così Birò si ritirò nel 1947 e si dedicò alla pittura dopo aver venduto ed essersi così liberato infine dal brevetto della penna a sfera che finì nella mani di un altro nome oramai divenuto tanto noto da essere usato anche lui quasi per convenzione ad indicare direttamente lo strumento per scrivere che chiamiamo oramai bic anziché penna ovvero a Marcel Bich; è a lui che dobbiamo rendere grazie per aver reso la penna a sfera un oggetto pratico ed accessibile a tutti perché ne mantenne l’usabilità a fronte di una forte riduzione dei costi grazie all’adozione di materiali meno pregiati per la sua costruzione.
Grazie alla forte riduzione di costo ed al miglioramento della scorrevolezza dell’inchiostro utile anche al passaggio nel corpo fino alla punta finalmente la penna a sfera ebbe il successo commerciale che meritava e la relativa diffusione su scala globale.

Per le altre curiosità vi invito a leggere l’articolo originale che il Post che ha dedicato all’inventore per celebrare l’anniversario della scoperta della penna a sfera ed in aggiunta quello invece dedicato in occasione dei 70 anni compiuti dalla Bic che ne ha fatto infine l’oggetto pratico, economico e di uso comune così come tutti noi lo conosciamo.

CONCLUSIONI

La nostra rassegna sui prodotti che hanno innovato così tanto usi e costumi tanto da cambiare il corso della storia non finisce certo qui, con senso di fascinazione e profonda curiosità mi addentro sempre più in questa dimensione della realtà che pur apparendo come il tripudio della tecnica e della tecnologia cela storie di grandi personalità ed innovatori che non si possono certo definire come ordinarie, sbagliavo quando pensavo che il settore dei brevetti fosse grigio quand’invece è tutt’altro che scialbo illuminato com’è dal genio umano e dalla sua imprevedibilità.

Tuttavia talvolta esse si tingono di leggenda tanto da risultare persino avventurose, le storie degli inventori sono poste tra mito e realtà a tratti sfociano addirittura nel mistero ma non è forse questa loro nebulosità a renderle così interessanti tanto da attrarre morbosamente la nostra curiosità?

Quindi ci state ad andare ancora insieme a caccia di scoperte?

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