Rita Levi Montalcini esempio di scienza e di vita
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L’innovazione passa per la scienza, la ricerca, lo studio e la dedizione. Gli uomini e le donne di scienza come Rita Levi Montalcini lo sanno
Persone come la famosa neuroscienziata in questione, hanno nella società il compito e la responsabilità di passare dal mondo delle idee a quello della realtà, si assumono volontariamente l’onere di risolvere i cruciali impasse dell’umani e i problemi che attanagliano la natura e costruiscono una visione dell’universo che diventerà unica forza motrice del loro lavoro per l’umanità. Oggi si fa un gran parlare di innovazione e come spesso accade per le “parole inflazionate” dal tam tam mediatico spesso finiamo con il perdere la percezione del suo reale significato.
Assume infatti una connotazione quasi come sinonimo di “contemporaneità” ma non possiamo dimenticarci che “innovazione” corrisponde invece a specifici progetti, sperimentazioni, ambizioni, visioni di soluzioni a problemi collettivamente considerati dalla comunità scientifica e se possiamo godere dell’avanzamento tecnico-scientifico lo dobbiamo a personaggi e geni come loro. Per questa ragione, oggi, ci preoccuperemo di rendere omaggio ad una delle donne italiane più influenti della nostra storia. Una vita intensa e prolifica a cavallo tra due secoli, molte difficoltà, vicissitudini, guerre e fortunatamente (per noi) tanta ambizione, preparazione e professionalità che l’ha portata, come tutti sappiamo, ad essere annoverata tra le pochissime donne ad aver ricevuto il premio Nobel in discipline scientifiche.
Un carisma ineguagliabile ingessato in un rigore vittoriano e una nascosta emotività che non l’ha mai rallentata. Ragione, pensiero, calcolo, studio ed esperimenti di laboratorio, per quanto impegnativo e duro possa sembrare a “tutti gli altri”, ha rappresentato la sua unica ragione di vita, assieme all’impegno sociale esplicato sia a livello umanitario che nelle più ristrette relazioni con docenti, allievi e colleghi.
Rita Levi Montalcini è un esempio di scienza e di vita nel senso che la sua vita potrebbe stimolare un dibattito e un emulazione che va ben oltre il semplice riconoscimento ma si spinge nella direzione di provare ad agire e a comportarsi seguendo i suoi passi e una genuina visione del mondo. <h/2>
Un duro lavoro, lungo una “vita”, la lotta per la sopravvivenza in tempi di guerra, i laboratori di fortuna, gli spostamenti e le migrazioni non le è mancato davvero nulla nella sua lunga vita, 103 anni non sono pochi, ma non le sono affatto pesati. E come ignorare il ruolo implicito svolto nell’elevazione della donna nella lotta perenne della discriminazione di genere?
No, è assoluta l’affermazione: “non v’è innovazione, senza la dedizione di uomini e donne di scienza”.
Una biografia interessante quella di Rita Levi Montalcini, una vita lunghissima e prolifica sia dal punto di vista delle realizzazioni personali che del contributo scientifico e sociale che è riuscita a donare al Mondo intero.
La storia elenca numerose donne di cultura (nonostante tutto) ma poche di loro, non più di cinquanta possono vantare di aver ricevuto il premio Nobel. Nel campo delle discipline scientifiche, da quando il premio è stato istituito solo 18 se ne contano; Madame Curie ne ottenne due, uno per la fisica e uno per la chimica, uno in economia, altri tre in chimica e un altro in fisica. L’ultima è stata Youyou Tu, nel 2015, per gli studi contro le infezioni parassitarie di nematodi e malaria (assieme a William C. Campbell e Satoshi Ōmura).
Non è solo per contribuire ad alimentare una più ferrea consapevolezza sulle differenze di genere, che oggi abbiamo voluto rendere omaggio all’illustrissima Rita Levi Montalcini ma per sottolineare quanto il genio italiano si sia saputo distinguere, in passato e nel periodo attuale (anche) nel campo scientifico e tecnologico. Le innovazioni e le scoperte, frutto di animato studio, dedizione( e decisamente attitudine della neurologa) hanno fatto luce su aspetti complessi dello sviluppo del sistema nervoso dei vertebrati.
Più di ogni altra cosa oltre al suo genio colpisce l’attenzione viva alla realtà umana, al potere della gioventù e all’impegno necessario da coltivare giorno dopo giorno per rendere la propria vita e quella degli altri un dono. Potrebbe sembrare un discorso di cristianità, ma di questo non si tratta ( o forse non solo). Si tratta di impiegare la propria vita con un certo grado (magari il massimo) di responsabilità morale ed etica e rendere, dato che oggi più mai che abbiamo la possibilità,m il nostro passaggio sulla terra un valore aggiunto per le successive generazioni.
L’innovazione, la scienza e tutto il complesso delle discipline dedite al miglioramento della tecnica e della salute dell’uomo non devono rappresentare delle eccezioni ma percorsi obbligati:
[su_quote]Oggi, rispetto a ieri, i giovani usufruiscono di una straordinaria ampiezza di informazioni; il prezzo è l’effetto ipnotico esercitato dagli schermi televisivi che li disabituano a ragionare (oltre a derubarli del tempo da dedicare allo studio, allo sport e ai giochi che stimolano le loro capacità creative) creano per loro una realtà definita che inibisce le loro capacità di inventare il mondo e distrugge il fascino dell’ignoto.[/su_quote]
In queste poche righe si racchiude una completa e coerente visione della gioventù e del ruolo che dovrebbe avere nel mondo e nel suo sviluppo.
Più volte ci siamo interrogati e, l’opinione pubblica spesso ne fa fardello e vergogna delle nuove generazioni, ma se possiamo vantare uno sviluppo tecnologico e scientifico di gran lunga più veloce e sano rispetto al passato lo dobbiamo proprio a “ragazzi” che fanno della loro passione uno stile di vita e della loro vita uno strumento per il benessere altrui.
Non v’è necessità di ricordare quanto il lunghissimo percorso dello scienziato Rita Levi Montalcini abbia influenzato gli attuali sviluppi su neuroscienze e medicina, né la sua vita è per noi un segreto. Ha insegnato trent’anni negli States, nel 1986 ha ricevuto i premio Nobel per gli studi sul fattore NGR congiuntamente a Stanley Cohen, ha ricevuto premi, riconoscimenti e onoreficenze varie, ha svolto con una bontà serafica e vittoriana notevoli ruoli anche nel campo sociale e umanitario e il successo non ha mai coinciso con vuoti sentimenti di vanità, quasi come se tutto ciò che ha fatto fosse un suo specifico dovere.
Ha fatto del laboratorio, dei ricercatori di cui si circondava, dei suoi colleghi e dei suoi allievi la sua famiglia, tutto il suo mondo, lasciando poco spazio per quello che riteneva superfluo e con molte difficoltà è possibile trovare esempi simili nella storia dell’umanità. Molte difficoltà marginalizzate e neutralizzate da una direzione ben precisa, quella dello studio, della meraviglia e del pensare al di fuori dagli schemi.
Ha saputo reinventare il mondo, ha dato voce alla sua visione della realtà e ha avuto una carriera di meriti e successi che sarà difficile eguagliare ma è illogico e immorale non tentare di emularla. Ci ha lasciato un esempio e con un amore materno ha provato anche a indicarci la via.
Tra le cose è stata anche membra dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia Pontificia, dell’Accademia delle Scienze, della National Academy of Scientist of America e della Royal Society e ha contribuito all’accrescimento dell’impegno privato nell’educazione e nell’istruzione dei giovani e sopratutto delle donne. Infatti grazie all’istituzione della Fondazione Levi Montalcini ha potuto sostenere con numerose borse di studio, l’istruzione universitaria di molte donne africane.
I giovani e l’innovazione sono forse due termini di un binomio che imprescindibilmente li vede camminare assieme, nella medesima direzione, gli uni verso i bisogni dell’altra e viceversa in un eterno inseguire “il meglio”. Lo stato attuale del mercato che gravita attorno l’innovazione, le scoperte, startup e avanguardistici know how lo dimostrano e se un giorno riusciremo a godere di almeno una piccola parte dei successi di cui Rita Levi Montalcini è stata protagonista potremo dirci soddisfatti. Tentare, tuttavia non rimane che l’unica via obbligata, lo dobbiamo alla scienza, a noi stessi, all’umanità e a chi già s’è speso per rendere la nostra vita migliore.
Il futuro della scienza passa dal presente dei giovani che fanno dell’innovazione la pietra miliare di partenza e d’arrivo.
[Foto Copertina]
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