Brevetti: il phon reinventato nella versione migliore di Sé

Cos’è che ha l’aspetto di un sex toys mentre invece è tutt’altro anzi è persino un oggetto di uso comune ma la cui innovazione l’ho ha così trasfigurato da non riuscire più a riconoscerlo?

E notizia di questi giorni che finalmente ce l’hanno fatta sono riusciti a rivoluzionare il phon per asciugare i capelli tant’è che per raggiungere un livello tale di efficienza il design tradizionale è dovuto mutare. L’azienda che ha compiuto questo autentico prodigio della tecnica è la Dyson ed il modello in questione porta il nome di Supersonic.

Quando l’apparenza inganna

D’altronde oramai il design di un phon per capelli ha acquisito una forma talmente consuetudinaria e conformista che ad osservare questo nuovo modello di primo acchito si è portati a pensare che più che una evoluzione sia piuttosto una caricatura o qualcosa di veramente lontano rispetto alla funzionalità che è chiamato a svolgere.

Ed invece niente di più serio, reale e funzionale per migliorare la salute delle nostre chiome e semplificarne al contempo l’usabilità.

Il design è la forma che si attribuisce ad un oggetto ed in quello la cui matrice è di natura prettamente industriale esso ne costituisce intrinsecamente anche la funzionalità che in termini più pratici sta ad indicarne l’uso come la finalità quindi non stupisce che la prima reazione sia destabilizzante, ma è solo una questione di pregiudizio iniziale perché una volta in funzione il Supersonic della Dyson sfodera prestazioni e performance ineguagliabili a conferma dell’incredibile passo avanti compiuto dall’evoluzione di questo elettrodomestico così famoso da essere noto oramai alle famiglie di tutto il mondo ma così cambiato da correre addirittura il rischio di non essere più riconosciuto, insomma se non dovesse mantenere ciò che promette sarebbe già un flop per metà.
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Risultati o solo marketing?

Un risultato, un traguardo innovativo tanto ambito e raggiunto dopo 4 anni di lavoro e che ha dato alla luce risultati strabilianti in cui hanno concorso l’ausilio delle nuove tecnologie, studi antropometrici e tantissime ore di progettazione e altrettanti chilometri di capelli asciugati i quali tradotti in numeri corrispondono a:

  1. 103 ingegneri;
  2. 4 anni di lavoro;
  3. 70 milioni di euro di investimenti;
  4. 1.625 km di capelli asciugati.

Dopotutto, inventare è già difficile ma reinventare una tecnologia già pesantemente affermata e consolidatasi nel tempo sia a livello commerciale che produttivo, rappresenta una sfida eccezionale, affascinante ma anche carica di pressione per chiunque se la sia sobbarcata. Questo, il teaser del prodotto presentato al salone di Tokyo.

Il futuro del Phon non fa’ rumore passa per una rivoluzione silenziosa

Rumorosità quasi annullata, angolazione del getto d’aria per una potenza dello stesso che asciuga rapidamente ma non brucia i capelli e leggerezza utile ai fini della manovrabilità mantengono performance che anche se non lo abbiamo ancora provato e quindi per il momento rimangono promesse sulla carta ci convincono al solo pensiero di risolvere tutte quelle fastidiose idiosincrasie che i phon tradizionali sono soliti obbligarci a subire.

Nuovi brevetti ed i vecchi disagi sono solo un antico ricordo

Quante volte il diffusore ci è caduto sul naso o se non si sono bruciati i capelli abbiamo comunque avvertito quella spiacevole quanto caratteristica fitta di dolore al cuoio capelluto per non parlare poi degli angoli di asciugatura in cui talune inclinazioni non possono neanche essere immaginate pena altrimenti un crampo fulminante al polso con cui sorreggiamo il manico dell’asciugatore?

Anche se il prezzo al momento non è dei più accessibili c’è da dire che trattasi di un prodotto appena immesso sul mercato e che per altro viene proposto senza distinzioni tra uso personale e quello professionale in quanto esce direttamente orientato su quest’ultimo vista la sua qualità pur essendo adatto all’uso come elettrodomestico per la sua facilità/praticità d’utilizzo di gran lunga implementata rispetto ai modelli tradizionali.

Gli esperti di settore sanno bene cosa distingua un oggetto professionale da uno invece ad uso esclusivamente domestico i costi lievitano parallelamente alle specifiche man a mano che si avvicinano alle performance professionali; probabilmente questo prodotto ha appena imboccato la via della commercializzazione ma quando sostituirà presto la vecchia tecnologia rendendola obsoleta costerà sicuramente meno.

Breve storia del Phon per capelli tra innovazione e brevetti

Ora però torniamo nel presente dopo aver parlato di futuro per parlare del passato e più precisamente della storia di questo oggetto di uso comune percorrendola di nuovo dalle sue origini sino ad oggi, non preoccupatevi cercherò di farla breve; pare che il primo brevetto dopo una serie di Phon che erano poco più che stufe sia stato depositato e concesso nel lontano 1911 ma che per vedere i primi modelli degni di nota si debba far riferimento agli anni ‘20 i quali erano molto più simili ai modelli odierni perlomeno in quanto a capacità nel getto d’aria che è passato così da poco più della temperatura ambiente o poco più caldo al poter asciugare.
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Quindi l’invenzione ed il brevetto di questo modello più avanzato risale ad un certo Racine mentre nell’era precedente colui che ha lasciato il segno con un aggeggio pesante e primordiale per asciugare i capelli è stato uno stilista francese Alexandre Ferdinand Godefroy ma era piuttosto una stufa goffa ed ingombrante. Sono gli anni ‘50 a rappresentare la svolta per il phon in cui da prodotto professionale ad uso prettamente ed esclusivo dei saloni di bellezza passa a divenire prodotto di massa e negli anni ‘90 conosce un ulteriore step evolutivo caratterizzato dall’uso del materiale plastico e dalla conseguente evoluzione che ne fa un elettrodomestico sempre più portatile mentre per gli anni 70 transita solo ad uso e consumo dei soli saloni di bellezza.

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La sua storia è comunque poco nitida a tratti si tinge addirittura di mistero peccato perché altrimenti potendo disporre dei brevetti avremmo potuto fare chiarezza al fine di ricostruirne il percorso di sviluppo; i brevetti rappresentano i topoi evolutivi di una invenzione dalla sua scoperta sino alla sua ultima versione più evoluta.
Non solo i brevetti difendono la legittimità dell’inventore ma sono anche la protezione nonché memoria storica delle invenzioni, un autentico peccato per un oggetto così protagonista della nostra quotidianità che meriterebbe ben altro tributo diacronico.

Per fortuna siamo almeno a conoscenza del 1° brevetto depositato cosicché si possa risalire pressappoco a quando ha avuto origine la sua invenzione.

Una curiosità sui nostri antenati, prima delle invenzioni e brevetti

Una curiosità, ma vi siete mai chiesti come facevano i nostri avi quando il phon non esisteva? Si racconta che l’abitudine fosse di asciugarsi i capelli in prossimità di un focolare d’inverno dopo averli tamponati con dei panni ed al sole d’estate ciò che non è cambiato invece è che se proprio di una distinzione dobbiamo parlare anche in questo caso la differenza da fare è come sempre ahimé tra usanze dei ricchi a dispetto di quelle dei poveri dove quest’ultimi erano assai poco avvezzi a lavarsi d’inverno e poco nella stagione estiva e perciò gli strumenti adibiti a farlo come la preoccupazione di avere una chioma pulita o meno erano appannaggio solo dei benestanti.

CONCLUSIONI

Temo che per l’ennesima volta quando si parla della nostra vita agiata e comoda comunque contemporanea non solo si debba essere riconoscenti al genio e l’inventiva umana ma soprattutto come nel caso della storia del Phon bisognerebbe esserlo nei confronti della determinazione lungimirante di talune personalità come quella di James Dyson che non si sono lasciate abbattere ne’ demoralizzare da alcunché tenendo sempre chiaro a mente che per quanto una tecnologia esistente possa essere valida e consolidata possa esistere sempre un metodo migliore.
Niente è definitivo e tutto può essere migliorato d’altronde natura a parte tutto ciò che ci circonda è solo una nostra invenzione, lo stesso progresso è il risultato nel bene e nel male di questo modo di procedere perciò tutti siamo chiamati a rispondere a questa sfida affascinante  chiunque abbia un’idea può brevettarla, tutelarne la memoria e contribuire così a fare la storia!

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