Patent box: meno tasse per le PMI

[space height =”20″] Patent Box: con i nuovi provvedimenti il regime delle tasse per redditi derivati da opere di ingegno sarà molto più snello. Un respiro di sollievo per le nostre PMI

Sono stati completati nel mese di dicembre 2015 (Provvedimento 1.12.2015 e circolare 36/E, Agenzia delle entrate, voluto dalla legge di stabilità 2015, L. n. 190/14, mod. dal D.L. n. 33/15 e poi, D.M. 30/7/15) i riferimenti del quadro normativo relativo al Patent Box e da una prima lettura ciò che se ne deduce è un accesso facilitato e di sostegno pubblico alle piccole e medie imprese del nostro territorio.

Un complesso normativo che promuove gli investimenti in asset immateriali finalizzato alla crescita media della produttività, volto a colmare gap nei confronti dei più innovativi competitor internazionali. Il piano di agevolazioni ha una durata quinquennale ed è diretto alle pmi in un regime di presentazione delle istanze, semplificato.

Nel provvedimento l’Agenzia delle entrate chiarisce le caratteristiche delle agevolazioni per l’utilizzo dei beni immateriali (opere di ingegno, brevetti industriali, marchi, copyright, ecc., ma comunque brevettati, registrati o in corso di registrazione o brevettazione). Nella circolare poi, elenca le modalità di accesso alle facilitazioni e i termini per la presentazione delle istanze.

Per aderire al Patent Box c’è tempo fino al 31 dicembre 2015 e l’adesione non prevede particolari condizioni o requisiti da dimostrare agli uffici competenti. Salvo i termini successivi posti per regolarizzare ogni altra caratteristica che si dispone le PMI debbano possedere. I soggetti che possono fare richiesta sono i titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dal tipo di contabilità adottata e dal titolo giuridico in virtù del quale avviene l’utilizzo dei beni. Si tratta di PMI sotto i 250 dipendenti, con un fatturato non superiore ai 50 milioni di euro (o bilancio totale non superiore ai 43 milioni).

Il complesso normativo così mutato prevede, nel complesso, l’esclusione dalla tassazione di una quota del reddito derivato da asset immateriali delle imprese (“opere dell’ingegno, da brevetti industriali, da marchi d’impresa, da disegni e modelli, nonché da processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili“). I redditi sottoponibili a queste agevolazioni sono quelli che possono dipendere dall’utilizzo del software protetto da copyright, marchi, disegni o simili tutelabili giuridicamente o altre informazioni o know how ritenute segreto e patrimonio di titolarità accertata.

Sempre nel documento prodotto dall’agenzia delle entrate e disponibile sui siti del MiSe e dell’UIBM, si specifica anche il ruling, consiste nell’individuazione, in via preventiva delle modalità di determinazione dei componenti positivi di reddito derivanti dall’utilizzo dei beni ritenuti agevolabili e dai componenti negativi ad essi riferibili. La procedura di ruling in sintesi, determina l’ammontare del contributo economico del bene; un accordo contenente le informazioni relative al contribuente, al bene prodotto o all’attività svolta inviata in carta libera e in via telematica all’agenzia delle entrate, integrata entro 120 giorni dal suo invio con le memorie integrative. Una volta valutata la sussistenza dei requisiti gli uffici chiederanno o il perfezionamento di alcune informazioni richieste o sottoscriveranno con il diretto interessato un accordo per definire i tempi e le modalità di erogazione delle agevolazioni fiscali.

S’è prevista inoltre una clausola per cui se lo sfruttamento economico del bene immateriale non produce guadagno o genera una perdita, l’adesione al Patent Box garantirà comunque una riduzione del reddito lordo agevolabile, rientrando, anche le perdite in questo caso, a pieno titolo nel computo del reddito d’impresa.

L’obiettivo centrale del provvedimento è quello di rendere il mercato italiano un territorio più appetibile per investimenti nazionali a lungo termine tutelando le PMI e i loro redditi in questo sforzo per rendersi più solide e competitive

Permette infatti, la ricollocazione in Italia di beni immateriali detenuti al momento all’estero e agevola la attività di investimento in processi di Ricerca & Sviluppo. Si tratta di strategie e direzioni mutuate da trend europei e da strade percorse già da Belgio, Francia e Gran Bretagna, sia per il regime di detassazione che per l’attenzione al tessuto imprenditoriale nazionale (individui, società di persone o di capitali).

Come detto, in caso di utilizzo diretto dei beni agevolabili nell’ambito della propria attività imprenditoriale il reddito agevolato va determinato previa individuazione del contributo economico derivante dal bene stesso per il tramite di una procedura di ruling.

La quota di reddito agevolabile, relativa ai periodi d’imposta compresi tra quello di presentazione dell’istanza di ruling e la data di sottoscrizione dell’accordo di ruling, andrà poi detassata nel periodo di imposta di sottoscrizione del predetto accordo.

Indipendentemente dall’utilizzo degli IP (concessione in uso a terzi o utilizzo diretto) l’impresa deve predisporre un adeguato sistema di rilevazione contabile o extracontabile dal quale risulti il diretto collegamento delle attività di ricerca e sviluppo e gli IP nonché il diretto collegamento tra gli IP e il reddito agevolabile da essi derivante.

Nell’istanza le PMI, oltre ai propri dati identificativi, devono indicare la tipologia del beni immateriali (software, brevetti, marchi, disegni e modelli, know how); la tipologia di attività di ricerca e sviluppo; il mantenimento, nonché l’accrescimento del valore dei beni agevolabili.

Come sopra detto, la procedura di adesione scade il 31 dicembre 2015, ed è sufficiente compilare l’apposito modulo  sul sito dell’Agenzia delle entrate, in carta libera tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o direttamente all’ufficio secondo le modalità indicate nei vari allegati presenti.

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[Fonte] [Crediti foto copertina]

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