Con il 2022 arriva finalmente la libertà per due tra i personaggi più amati dai bambini di tutto il mondo: Winnie the Pooh e Bambi.

Libertà dal copyright, per la precisione.

Esattamente 96 anni dopo la creazione dei due personaggi, rispettivamente “figli” delle penne degli scrittori Alan Alexander Milne e Felix Salten, chiunque potrà riutilizzarli senza obblighi economici. 

Ma attenzione!

Se è vero che per tutti i prodotti nati negli USA vige il Copyright Term Extension Act del 1998, è altrettanto vero che le versioni firmate Disney sono posteriori…

Facciamo un passo indietro.

Il “Sonny Bono Act” (chiamato così dai media perché fortemente voluto dal cantante e parlamentare Sonny Bono) o “Mickey Mouse Protection Act” (perché casualmente approvato a ridosso della scadenza dei diritti su Mickey Mouse!) è una legge approvata il 27 ottobre 1998 che estende di 20 anni i termini di protezione per le opere registrate dopo il 1923 negli USA ed è tuttora in vigore. 

Prima del 1998 era in vigore il Copyright Act del 1976, che prevedeva una durata massima di 75 anni dopo la pubblicazione (95 se l’opera appartiene a un’impresa). 

Con l’approvazione del nuovo Term Extension, il termine fu portato a 95 anni. 

Ciò significa che oggi, 96 anni dopo la sua ideazione, è possibile riscrivere Bambi, magari ambientando il racconto in un mondo privo di cacciatori e di fucili, oppure reinventare un Winnie the Pooh alle prese con una dieta ipocalorica, ma NON è possibile riutilizzare le immagini dei due iconici personaggi così come Disney li ha proposti nei suoi film.

Il film di animazione Bambi, il 5° Classico Disney della storia, uscì infatti il 13 agosto del 1942, mentre Le avventure di Winnie the Pooh (The Many Adventures of Winnie the Pooh), 22º Classico Disney, fu distribuito negli Stati Uniti l’11 marzo 1977.

Se siete alle prese con la reinterpretazione di un’opera svincolata da copyright è bene conoscere le vostre opzioni, affidandovi a professionisti competenti in materia di Diritto d’Autore.