Il lockdown rende creativi
Trovare il lato positivo del 2020, anno segnato dalla pandemia di COVID-19, è un compito molto difficile.
Fatto sta che durante l’anno del lockdown e delle zone rosse, arancioni e gialle, l’innovazione non si è fermata, anzi. Forse grazie proprio al “congelamento” del vivere sociale, alcuni settori hanno accelerato i processi, ottenendo risultati notevoli.
L’aumento dei brevetti italiani.
Nel corso del 2020 le aziende e gli inventori italiani hanno depositato il più alto numero mai registrato di domande di brevetto, con una crescita del 5,3% rispetto all’anno precedente, mentre nel resto del mondo si è osservato un lieve calo (analisi Unioncamere–Dintec).
Le domande di brevetto inviate dall’Italia all’European Patent Office (EPO) sono state ben 4.465.
Ha dichiarato António Campinos, presidente dell’Epo: «Nonostante l’Italia sia uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia, le aziende e gli inventori italiani sono riusciti a depositare un numero record di domande di brevetto nel 2020. Non è un’impresa da poco, ed è una notizia incoraggiante perché sappiamo che sono la ricerca e la scienza che porteranno a un mondo più sostenibile e che l’innovazione è il motore della ripresa economica».
I dati infatti evidenziano che, nonostante il lockdown abbia danneggiato un enorme numero di imprese, alcuni settori del Made in Italy hanno registrato una crescita importante.
L’industria tessile e della carta ha chiuso l’anno 2020 con il +53% di domande di brevetto. A seguire, i settori “tecniche industriali e trasporti” e “necessità umane”, che confermano il primato dell’Italia nei settori meccanico, automobilistico e, ovviamente, delle tecnologie mediche.