Nutella: storia del nome

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Nutella è sicuramente un marchio che ha fatto la storia ed è simbolo dell’Italia nel mondo.

Il marchio più amato dai più golosi è, da anni, molto apprezzato dagli appartenenti alle generazioni più diverse. Secondo l’indagine annuale svolta da Ipsos Italia, che analizza e classifica i brand più influenti del Belpaese secondo diversi parametri, Nutella occupa l’ultima posizione della top ten. Top ten di tutto rispetto considerando che Nutella è il primo marchio tutto italiano che segue i giganti dell’hi-tech che occupano tutte le precedenti nove posizioni.

Come è riuscita Ferrero a costruire questo attaccamento al marchio Nutella? Quale percorso ha subito il brand? Il prodotto ha sempre avuto questo nome? Soprattutto, chi è l’inventore della crema spalmabile più famosa del mondo?

Nutella nacque nella bottega di Pietro Ferrero, appassionato pasticcere che trascorreva buona parte del suo tempo a ideare prodotti gustosi e innovativi. Il goloso impasto a base di nocciole nacque dalla necessità di sfruttare le nocciole, materia prima largamente disponibile in Piemonte, dove Pietro Ferrero viveva, a costi ridotti. Il desiderio di Ferreo era quello di ottenere un cioccolato a basso costo che potesse diventare la merenda dei bambini.

Si narra che, nel corso di una fredda sera d’autunno del 1945, il signor Pietro Ferrero mixò nocciole, zucchero, cacao e burro di cocco, elemento fondamentale per ammorbidire l’impasto complessivo.

Il risultato fu una golosa e dolcissima crema a base di nocciole. Il nome ad essa attribuita dal suo inventore fu Giandujot, termine che richiama alla mente una famosa maschera carnevalesca piemontese. Il primo involucro della Nutella, il cui nome del tempo era Giandujot, era una stagnola che ritraeva la maschera carnevalesca sorridente che abbracciava due bambini.

Giandujot era avvolta da carta stagnola e non era contenuta in un vasetto perché la sua consistenza era molto più compatta. Il dolce, infatti, era realizzato in morbidi panetti che venivano tagliati e spalmati per essere assaporati. Il signor Ferrero ne produsse una piccola quantità nella sua bottega in via Rattazzi, ad Alba, da vendere ai negozianti del posto, riscuotendo subito un enorme e inatteso successo poiché si trattava di un dolce buono ed economico. Ben presto, quindi, si rese necessario ampliare la produzione.

Giandujot  si trasformò in crema a causa di una condizione fortuita: i panetti di cioccolato e nocciola, infatti, in condizioni di caldo si scioglievano. La famiglia Ferrero, grazie a questo, ebbe l’intuizione vincente: vendere l’impasto rendendolo più cremoso e vendendolo in bicchieri o barattoli di vetro. Se il prodotto era stato inventato dal padre, fu però Michele che riuscì a far diffondere la Nutella in tutto il mondo: come? Aggiunse olio vegetale alla ricetta del padre, e la rese davvero spalmabile. Il prodotto venne, quindi, lanciato sul mercato con un nuovo nome: Supercrema. Il nuovo brand rendeva sicuramente l’idea del prodotto, ma mancava della particolarità e dell’efficacia per diventare un marco di largo consumo.

In ogni caso, Supercrema ha subito un enorme successo: i bambini adorano far merenda con una fetta di pane spalmata di crema al cioccolato. I genitori non si oppongono: è buona e costa poco. Essi sanno anche che quando danno ai loro figli una tavoletta di cioccolato e del pane, spesso il pane finisce per essere buttato via di nascosto e i ragazzini si mangiano soltanto il cioccolato. Grazie a Supercrema il pane viene viene sempre consumato insieme alla crema al cioccolato.

Un fattore esterno, però, interviene a scombussolare i piani della famiglia Ferrero: nel 1962, il parlamento italiano approva una legge che viene interpretata come un divieto di apporre prefissi accrescitivi ai nomi di prodotti. Quindi, niente più super, ultra, stra e similari possono essere usati per i brand di prodotti italiani.

La Supercrema ricade in pieno in questo divieto. Così nacque Nutella. Il nuovo brand viene depositato il 10 ottobre 1963. Nut in inglese vuoi dire noce e lo rende adatto al mercato internazionale, -ella in italiano è un diminutivo femminile e i diminutivi infondono sensazioni positive, come tenerezza, affetto, dolcezza. Inoltre è facile da pronunciare e richiama il made in italy del prodotto.

Il 20 aprile del 1964 veniva confezionato il primo barattolo di Nutella all’interno della fabbrica della famiglia Ferrero ad Alba. Da quel momento si registra un escalation nel successo della crema alla nocciola più amata al mondo.

Al successo della crema di nocciola e cacao made in Alba concorrono un mucchio di fattori. In primis, ricordiamo la confezione. La Nutella viene venduta all’interno di bicchieri di vetro che, raccolti e messi assieme, finiscono per formare un servizio. Alcuni sono decorati con motivi geometrici, altri con i personaggi dei fumetti più amati dai bambini L’altra grande, fondamentale, intuizione che ha fatto della Nutella la crema spalmabile leader nel mondo e della Ferrero un colosso industriale è stato l’uso della pubblicità.

All’interno del mitico Carosello, nel 1967 arriva il primo spot pubblicitario e così l’Italia della tivù in bianco e nero si innamora della Nutella. Per non parlare degli spot a cartoni animati che tiravano in ballo Jo Condor, un uccellaccio dispettoso che faceva di tutto per rovinare la vita al Gigante Amico, depositario della bontà della Nutella. Negli anni settanta, i bambini di tutte le nazioni sono protagonisti della prospera campagna pubblicitaria “La crema da spalmare che ha più radici nel mondo” e nei primi anni ottanta, il regista Nanni Moretti nel 1984 la cita addirittura in una celebre scena del suo film “Bianca”, come antidoto alla depressione e alla solitudine. Oggi che la celebrità del prodotto è indiscussa, la pubblicità punta direttamente sulla sua “necessità”. Di fatto, il nuovo slogan è diventato “Che mondo sarebbe senza Nutella”, tirando in gioco la trasversalità del prodotto.

Oggi, nel mondo, Nutella significa made in Italy quanto Ferrari. Non a caso le Poste italiane nel 2014 ne hanno celebrato il cinquantenario emettendo un francobollo in suo onore, accanto ad altri due che ricordano i 450 anni dalla nascita di Galileo e dalla morte di Michelangelo. Solo uno dei tanti encomi che celebrano il prodotto dolciario più famoso del mondo.

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